La cultura e il recupero del Greko di Calabria per contrastare lo spopolamento dell’Area Grecanica.

La cultura e il recupero del Greko di Calabria per contrastare lo spopolamento dell’Area Grecanica.

Autore: Redazione

È la mission, non più impossibile, del GAL Area Grecanica (Agenzia di Sviluppo Locale) che, da quasi venti anni, con il sostegno delle Istituzioni locali e di tanti Soggetti del territorio (imprese, associazioni culturali, etc.), è impegnato per realizzare processi di sviluppo sostenibile nell’Area Grecanica, l’area più a sud della Calabria, dove si parla, appunto, il Greko (la lingua dei Greci di Calabria). Una terra affascinante dal punto di vista ambientale e culturale  (www.calabriagreca.it).

Si tratta, infatti, di un territorio che si estende per circa 500 chilometri a forma triangolare dalla costa (lunga circa 60 km) alla montagna dell’Aspromonte (1.900 metri dal livello del mare), segnato dai solchi delle ripide Fiumare che sfociano nel mar Jonio, impreziosito da centri e borghi storici, a volte anche fortificati, arroccati sulle pendici interne e da testimonianze di epoche passate – in particolare bizantina – oltreché da una ricca e variegata vegetazione. Si va, infatti, dai boschi del Parco Nazionale dell’Aspromonte, alle colline ricoperte di macchia mediterranea intervallata da terrazzamenti coltivati, ai giardini coltivati a bergamotto, alle ampie spiagge sabbiose dove nidifica la tartaruga caretta-caretta.

“Un territorio – ci spiega Salvatore Orlando, docente a contratto di Sviluppo Locale e Innovazione Sociale dell’Università della Calabria, che dal 1990 opera con passione in questo territorio in cui è nato e cresciuto e che non ha mai lasciato – segnato profondamente dall’emigrazione, soprattutto dei propri giovani. Lo spopolamento è iniziato negli anni ’60 del secolo scorso con l’emigrazione al nord, all’estero e con il trasferimento, verso la costa e la Città di Reggio Calabria, di vaste fasce di popolazione.

Centri e i Borghi dell’Area Grecanica, che a partire dagli anni ’60, hanno vissuto un cambiamento epocale tra due civiltà. Ad una civiltà contadina semplice, ma al tempo stesso ricca di relazioni e resistente nella struttura sociale ed economica, si sono sostituiti negli anni il vuoto, l’abbandono, la solitudine, la sfiducia, la fuga da sé stessi e dalla propria terra. Oggi non è più sufficiente, anche se necessario e indispensabile, garantire istruzione, salute, mobilità agli abitanti di quest’Area.

Riprendendo le parole del Prof. Vito Teti, antropologo dell’Università della Calabria, quando “muore una persona anziana a Staiti, Roccaforte del Greco, Gallicianò, Palizzi Superiore e negli altri Borghi interni della Calabria Greca finisce una storia, chiude una casa, spesso un vicolo o una rua, nuovi spazi vuoti e bui prendono il posto di quelli che erano un tempo luoghi pieni di vita. Il problema oggi è immaginare in questi luoghi dell’abbandono una nuova vita, come riempire questi vuoti e, soprattutto di cosa riempirli, come farli divenire luoghi che attraggano giovani e anziani, chi è rimasto e chi vuole tornare, vecchi e nuovi abitanti. Occorre costruire un cambiamento epocale che parta dalle voci, dalle memorie, dai racconti, dalle pratiche degli abitanti per restituire ai luoghi il loro senso vero e profondo”.

Occorre costruire il nuovo pieno dei Centri e dei Borghi di questo territorio, costituito da beni immateriali, come: il silenzio, la tranquillità, i tempi lenti, da offrire con una diversa logica dell’accoglienza e dell’ospitalità, più vicina a quella della tradizione e della filoxenia.  Gli stessi Borghi fantasma di Pentedattilo, Roghudi Vecchio, Brancaleone Vecchio e Africo Vecchio, potrebbero costituire, proprio per il loro stato di abbandono, dei formidabili spazi per sperimentare nuove forme di trasformazione e valorizzazione delle risorse identitarie e paesaggistiche del territorio. E diventare luoghi dello spirito.

Da venti anni ci stiamo provando. Oggi per l’Area Grecanica, grazie al lavoro fatto negli ultimi decenni con la partecipazione attiva della comunità locale, si cominciano ad intravedere segnali positivi per il futuro.  Le produzioni agricole identitarie e, tra queste il bergamotto, cominciano a varcare stabilmente i confini regionali e nazionali, l’Area, con i suoi Borghi interni, è sempre più meta di visitatori provenienti dall’Italia e dall’estero attratti dal ricco e unico patrimonio naturale e culturale.

L’Area Grecanica è sempre più territorio di interesse e di attenzione dei media nazionali e internazionali (Repubblica, Sole 24 Ore, RAI, BBC, etc.). Ma, cosa più importante, molti giovani rimangono nella loro terra impegnandosi, con passione civile e competenza per creare prospettive di futuro per loro e per le future generazioni.

“Da un paio di anni – ci racconta Filippo Paino, Presidente del GAL Area Grecanica – il nostro territorio è Area Pilota della Strategia Nazionale per le Aree Interne e può pertanto contare sul sostegno concreto delle Istituzioni nazionali e regionali per progettare e realizzare processi e progetti finalizzati a bloccare lo spopolamento dei Borghi e creare buona occupazione. Ci siamo dati due obiettivi concreti e misurabili: abbiamo fissato a 9mila abitanti la soglia minima di residenti nei Centri e nei Borghi Interni dell’Area Grecanica e vogliamo incrementare nel prossimo decennio 2018 – 2028 il numero di abitanti del 17,8%, con un tasso medio annuo di incremento della popolazione residente pari all’1,5%, che dovrebbe consentire di portare il numero di abitanti da 9.125 (dato al 31 dicembre 2016) a 10.750 con un incremento di 1.625 persone.

Vogliamo vincere, anche attraverso la cultura, la battaglia contro lo spopolamento dei nostri Borghi e per questo abbiamo realizzato, recuperando e valorizzando il patrimonio esistente, spazi culturali (musei, residenze di artista, spazi teatrali, casa della musica) e progetti culturali originali (collana editoriale, mostre, eventi culturali, progetti di arte pubblica) nei Borghi interni della Calabria Greca. Abbiamo cominciato 20 anni con il Festival Paleariza (Antica Radice), il Festival della Musica e delle Tradizioni Popolari della Calabria Greca (www.paleariza.it) che ogni anno porta migliaia di persone, soprattutto giovani, nei Borghi interni dell’Area.

Sin dall’inizio delle nostre attività abbiamo operato per la tutela e il recupero della lingua dei Greci di Calabria. L’antico idioma, ancora oggi parlato dagli anziani dei Borghi di Gallicianò, Bova, Condofuri, Roccaforte del Greco e Roghudi, tramandato per secoli solo in forma orale, è stato sempre oggetto di studi e attività finalizzate alla tutela e alla divulgazione, attraverso la pubblicazione di grammatiche, saggi, poesie, racconti e la realizzazione di corsi per giovani e adulti. Oggi – continua Pippo Paino – la lingua dei Greci di Calabria è parlata da circa 450 persone ma si assiste ad un rinnovato interesse delle nuove generazioni per il suo studio, apprendimento e utilizzo. Questo anche grazie ai progetti promossi e realizzati dal GAL Area Grecanica, insieme alle Associazioni Culturali Grecaniche, nel corso degli anni.

Già nel 2001 abbiamo pubblicato la prima grammatica di greko di Calabria per bambini, I Glossa Dikìma jà ta pedìa, utilizzata nelle Scuole dell’Area Grecanica. La grammatica è stata poi ripubblicata nel 2014. Nel 2015 abbiamo realizzato la Digital Library della Calabria Greca, che abbiamo chiamato Grekopedia, che ha al proprio interno anche un Dizionario di Greko di Calabria utilizzabile anche attraverso una App con smartphone. Nelle ultime tre edizioni del Festival Paleariza abbiamo realizzato To ddomadi greko, la Scuola Estiva di Lingua e Cultura Greca di Calabria. La Scuola, che è organizzata dall’Associazione Culturale Jalò tu Vua, ha portato, tra l’altro, molti giovani ad avvicinarsi alla lingua dei greci di Calabria”.

“Oggi, grazie anche a queste attività e al sostegno del GAL Area Grecanica, abbiamo costituito ed è attivo un gruppo di giovani molto attivo – ci dice Maria Olimpia Squillaci, giovane bovese studiosa del Greko di Calabria con dottorato di ricerca a Cambridge – che con modalità innovative ed in una dimensione internazionale, lavora per la diffusione della lingua tra le nuove generazioni. Ma la lingua e, più in generale il nostro patrimonio culturale e identitario, vogliamo valorizzarli con tutti i linguaggi artistici. A tal fine è stato realizzato To porpatima tis glossa, un percorso teatrale in lingua greco-calabra. Grazie a questa iniziativa, finanziata dalla Regione Calabria nel programma Giovani alla scoperta della Calabria, sono stati organizzati due laboratori gratuiti di teatro e lingua greco-calabra che hanno portato alla realizzazione dell’opera Il Ciclope di Euripide in quattro lingue diverse, greco classico, greco di Calabria, dialetto calabrese e italiano, permettendo così al pubblico e agli alunni delle scuole dell’Area Grecanica di accostarsi alla storia linguistica della Calabria attraverso un’esperienza unica”.

“Attraverso la cultura, il nostro patrimonio identitario, la nostra lingua vogliamo aprirci al mondo – continua Salvatore Orlando – e per questo partecipiamo a Reti Internazionali impegnate per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale identitario delle comunità locali, a partire dalla lingua. Il GAL Area Grecanica è stato Partner del Progetto RISE – Minority Languages, Major Opportunities. Collaborative Research, Community Engagement and Innovative Educational Tools, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020. Tra i Partner, oltre ad altre Agenzie di Sviluppo Locale di altri Paesi europei, sono presenti le Università di Varsavia, Poznan, Groningen, Leiden, Nord Carolina, Texas, Yale, e l’Istituto di Zacatecas. Il Progetto prevedeva la mobilità di ricercatori e attivisti per le lingue minoritarie. Nell’arco dei 5 anni di attività previsti, hanno operato nell’Area Grecanica sei Ricercatori internazionali per sostenere e accompagnare le iniziative di rivitalizzazione del greko di Calabria già presenti nel territorio. Inoltre sono stati organizzati un workshop e una summer school interamente dedicati alla documentazione etnografica e alla produzione di materiale didattico per il greko di Calabria. Inoltre, con la collaborazione degli esperti dei Partner, è stata prodotta la prima certificazione linguistica internazionale del greco di Calabria.  Nell’ambito del Progetto due giovani ricercatori dell’Area Grecanica hanno realizzano uno stage di un mese presso l’Università di Groningen per apprendere nuove pratiche di rivitalizzazione linguistica e hanno condiviso con gli altri partecipanti le esperienze fino ad oggi realizzate nell’Area Grecanica.

Un altro progetto internazionale che ha visto impegnato il GAL Area Grecanica è stato finanziato dallo Smithsonian Center for Folklife and Cultural Heritage all’interno del Programma Sustaining Minority Languages in Europe (SMiLE). Il progetto prevedeva attività di ricerca, per una durata di 18 mesi, relativi programmi di rivitalizzazione linguistica realizzati nell’Area Grecanica e nella Grecìa salentina dagli anni ’70 ad oggi.

 La cultura e il greko di Calabria per coinvolgere le nuove generazioni e creare nuova occupazione nell’Area Grecanica? E perché no – scherza Salvatore Orlando – Occorre partire dai giovani che hanno deciso di rimanere o di ritornare, non in attesa e in maniera rassegnata ma con convinzione, per scelta, con sguardi nuovi, con passione e creatività. La rigenerazione dei Borghi dell’Area Grecanica potrà avvenire se saremo capaci di ripartire dalla nostra cultura, dalla nostra lingua. Dovremo coniugare identità e innovazione e, nel contempo, costruire reti di cooperazione a livello locale, nazionale e internazionale. È la strada che abbiamo intrapreso e seguito fino ad oggi e che dobbiamo continuare a percorrere nel futuro. Oggi abbiamo una opportunità, quella di avere un gruppo di giovani che vogliono ripartire dalla lingua e dalla cultura dei Greci di Calabria per realizzare nella loro terra il loro progetto di vita.

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